Bitches Brew album in studio | |
---|---|
Artista | Miles Davis |
Pubblicazione | 30 marzo 1970 |
Durata | 93:50 |
Dischi | 2 |
Tracce | 6 + (1 traccia bonus sull'edizione CD) |
Genere | Fusion Jazz d'avanguardia Free jazz Jazz-funk |
Etichetta | Columbia Records GP 26 |
Produttore | Teo Macero |
Registrazione | 19-20-21 agosto, 1969 28 gennaio, 1970 (Bonus track) 30th Street Studio (New York) |
Formati | LP da 12", MC, Stereo8 e Reel to reel |
Copertina | Mati Klarwein |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | 1 |
Dischi di platino | 1 |
Miles Davis - cronologia | |
Bitches Brew è un album discografico di Miles Davis, pubblicato nel 1970 dalla Columbia Records.[1][2] Considerato una dei capolavori del genere jazz e uno dei dischi più influenti e importanti di sempre,[3][4][5] ha vinto un Grammy Award nel 1971 come miglior album jazz strumentale e nel 1999 il Grammy Hall of Fame Award. Vendette più di mezzo milione di copie e rappresenta il secondo miglior successo commerciale della storia del jazz, dopo Kind of Blue (1959) dello stesso Davis.
Ebbe un grande successo di pubblico, sia tra gli amanti del rock che tra gli appassionati di jazz[2] e fu primo nella classifica USA degli album jazz, anche se molti amanti del jazz tradizionale lo rifiutarono[senza fonte].
La copertina, opera di Mati Klarwein, e l'atmosfera del disco sono un riferimento all'Africa, humus culturale cui Miles Davis attinge per le composizioni dell'album. Elementi che caratterizzano il lavoro sono: l'uso di strumenti elettrici, la massiccia post-elaborazione delle registrazioni in studio, la dissoluzione della struttura classica della forma "canzone" in favore della libera improvvisazione, l'assenza di melodie memorizzabili, e la lunga durata dei pezzi.